Recensione
Angela viene prelevata da scuola il 24 novembre 1995, all'età di sei anni, da un’assistente sociale e da due carabinieri in divisa, e condotta nel Centro di Affido di Milano gestito dal Cismai. L’ordinanza è stata firmata dal Tribunale dei Minori sulla base di una perizia eseguita da una psicologa Cismai sulla bambina; nel libro viene raccontato di come la piccola sia stata in qualche modo costretta a disegnare su un foglio di carta ideogrammi che, nella dottrina psico-giuridica, vengono interpretati come sintomatici di abusi sessuali subiti. Nel gennaio 1996 il padre di Angela, Salvatore, accusato da una parente di aver abusato della figlia, viene arrestato su disposizione del Procuratore della Repubblica Pietro Forno e portato a San Vittore: verrà assolto con formula piena solo nel 2001, dopo due anni e mezzo di carcere preventivo. Intanto, la madre della bambina, Raffaella, si incatena davanti al Centro di Affido per richiamare l’attenzione dei media sulla vicenda: la donna infatti non ha mai cessato di credere all’innocenza del marito. Per recidere i rapporti tra la genitrice e Angela, il Tribunale dei Minori delibera il trasferimento di quest’ultima presso il Kinderheim di Genova, centro di affido sempre gestito dal Cismai. Nell’opera si racconta come in questi centri i bambini venissero maltrattati, costretti a svolgere lavori pesanti normalmente adibiti alle educatrici e, in caso di inadempienza, obbligati a svolgere centinaia di flessioni sulle ginocchia.Nel 1998, Angela viene adottata da una famiglia di Carnago presso la quale rimane per otto anni, senza che i suoi veri genitori sapessero nulla di lei. Alle medie, apprende il significato della parola abuso e si convince di non averlo mai subito: tuttavia, non parla mai di questi argomenti con gli adulti per evitare di essere rispedita in orfanotrofio. Durante i primi anni, viene costantemente interpellata da una psicologa di Milano sui presunti abusi subiti da parte del padre (malgrado la sua assoluzione in Tribunale) e sul suo livello di inserimento nella famiglia adottiva: in questi colloqui, la bambina rimane sempre ostinatamente silenziosa. Nel 2005, il Tribunale dei Minori conferma l’adottabilità della ragazza spogliando di fatto i genitori carnali dalla potestà genitoriale, nonostante Salvatore sia stato scagionato da ogni accusa e Raffaella abbia continuato a crescere l’altro figlio senza alcun problema. A quel punto iniziano le interpellanze della famiglia attraverso i media. Tramite la televisione, Angela apprende che i suoi genitori, contrariamente a quanto le avevano fatto credere i suoi tutori e le assistenti sociali, la stanno cercando; ma la famiglia adottiva riesce a convincerla che loro di fatto non le volevano più bene.
Nel 2005 Raffaella viene casualmente a sapere, tramite un lettera spedita al marito dal comune di Milano in cui gli si chiedeva la restituzione del denaro servito al mantenimento di Angela nel Centro di Affido del capoluogo (60 milioni di lire), che la figlia trascorreva le sue vacanze ad Alassio. Inizia così la disperata ricerca: Salvatore e la moglie battono palmo a palmo le spiagge della cittadina nel tentativo di ritrovare la ragazza. Quando la trovano, la riconoscono subito. Un innocente pedinamento consente al padre di risalire al luogo in cui Angela viveva: Carnago, appunto. Il fratello è quello che si fa vivo per primo, consegnandole in una busta i ricordi della sua infanzia e vari documenti legali in cui era nascosta la verità di quei lunghi anni. Dopo una lite con il padre adottivo, Angela decide di fuggire e ritornare, dopo più di dieci anni, a Masate: sconfitti dalla testardaggine della giovane, i tutori si convincono a firmare l’affido temporaneo presso la famiglia di origine. Raggiunti i 18 anni, il ricongiungimento diventa definitivo.
Approfondimenti
Note
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